RECENSIONE + INTERVISTA: The Chosen One di Daphne Stalwart

                                 




Titolo: The Chosen One - Il Richiamo del Drago
Autore: Daphne Stalwart
Data di pubblicazione: 2021
Genere: Medieval Fantasy
Casa Editrice: Amazon Self-publishing
Primo volume di una tetralogia


Trama: Il destino di otto Regni sembra essere indissolubilmente legato a una profezia che riguarda una futura regina. Si tratta di Victoria Legendragon che, a capo dell'Esercito Supremo, avrà il compito di oltrepassare i confini del mondo affiancata dai suoi Cavalieri. Il suo obiettivo: sconfiggere Zaros, Re Oscuro della casata Adeagon e diventare Regina Eterna. L'unico modo per adempiere alla profezia, però, è quello di sposare l'erede al trono Wingdragon, ossia il principe William. Sarà possibile per la ragazza accettare un destino già scritto? Cosa succederà se il cuore le proporrà un altro percorso? In una mirabolante girandola di eventi, tradimenti, duelli, segreti e tenebre, amori non corrisposti o proibiti, Victoria dovrà essere in grado di fare la scelta giusta

La mia opinione: L'esordio di Daphne Stalwart nel mondo della scrittura e del fantasy è stato senz'altro una piacevole sorpresa, lo dimostra il fatto che io abbia impiegato quattro (o forse addirittura tre) giorno a leggere un volume dalla mole di oltre 500 pagine.

Quello che colpisce immediatamente il lettore è la cura con cui la Stalwart ha costruito il wordbuilding: non ci si sente estranei all'universo da lei creato nemmeno per un secondo. Non se ne ha la possibilità, perché tutto è descritto in modo talmente vivido e dettagliato da comparire come un'immagine nitida davanti agli occhi dei lettori. 

Si potrebbe pensare che la gestione di così tanti regni, casate e personaggi possa essere confusionaria per un'autrice al suo esordio, eppure non è affatto così: quel che si nota sia nella lettura, sia nel parlare direttamente con Daphne Stalwart è la grandissima attenzione che ha avuto per ogni cosa. Lei conosce il suo mondo, i suoi personaggi: e no, non è così scontato per un autore. Quante volte abbiamo letto descrizioni abbozzate che non ci hanno fatto capire dove ci trovassimo? Quante volte abbiamo avuto l'impressione di conoscere personaggi piatti, senza profondità? Questo non succede mai nella lettura di The Chosen One.

La trama è ben caratterizzata e costruita, con un inizio un po' più lento che però ha la capacità di far conoscere i personaggi, i luoghi e le situazioni più importanti al lettore, per poi crescere di intensità ed entrare nel vivo dell'azione. Si tratta del primo volume di una tetralogia, perciò naturalmente in parte introduttivo. Ma la capacità della Stalwart è quella di suscitare domande e curiosità nel lettore, portandolo a desiderare di leggere subito il prossimo volume (che vedrà la luce in futuro!).

Quello che però individuo come il maggior punto di forza è lo sviluppo psicologico e caratteriale dei personaggi: ognuno di loro è sfaccettato, dettagliato, come se fosse stato dipinto con una cura maniacale. Anche quelli che possono sembrare personaggi secondari danno l'impressione di poter diventare di vitale importanza nei prossimi volumi. E nessuna azione è lasciata al caso: ogni personaggio agisce in maniera coerente con la propria storia personale e il proprio passato, ma non si pensi che questo significhi trovarsi davanti a personaggi poco dinamici. Proprio il contrario: nessuno è un monolite in The Chosen One. Il lettore deve essere sempre pronto a scoprire un nuovo lato nascosto o una svolta nella mentalità e nel modo di fare di ogni personaggio. 

Che altro dire se non: leggetelo!? Se siete amanti del fantasy non potete proprio farvelo scappare.

...ma ora cerchiamo di conoscere un po' l'autrice Daphne Stalwart con questa intervista!

1) Come e quando hai iniziato a cimentarti nella scrittura?

A livello amatoriale, molto presto: i miei genitori mi raccontano sempre la storia di un quaderno che avevo da bambina dove inventai una fiaba di principi e principesse. Il lato fantasy si è sviluppato molto presto, e l’ho aumentato dopo la prima visione de Il Signore degli Anelli. Ecco perché ripeto sempre che Tolkien è stato il mio maestro: ai suoi mondi, devo i miei. All’età di 15 anni, ho iniziato a sviluppare l’idea di creare qualcosa di mio. Dopo bozze su bozze, storie lasciate e storie perfezionate, è arrivato The Chosen One, il mio primo progetto serio che mi ha fatto comprendere dove volevo andare e qual erano le mie passioni principali.


2) Come ti è venuta l’ispirazione per The Chosen One?

È una sensazione strana, buffa da raccontare: ero a una festa in tema medievale, e sulla strada di casa la mia testa ha iniziato a formulare delle idee senza freni. Grazie a uno spettacolo di fuoco e draghi visto sulla cima di un castello, quella sera in me è nata una scintilla. Ho subito raccontato a mia sorella le idee che avevo, nate così dal nulla, e fremevo dal tornare a casa per annotarmele: è assurdo, se ci penso oggi. Avevo già l’idea della profezia, alcuni nomi, alcune tematiche e alcune dinamiche interne (come il triangolo nobile principale). È stata come un’epifania, e da credente del destino quale sono, se ci penso oggi ancora sorrido. Ecco perché per me quest’opera è così importante: i miei professori mi hanno sempre ribadito di avere troppa fantasia, troppe idee da portare giù e di avere soprattutto la capacità di far percepire le scene di un libro al lettore… dopo anni ho preso coraggio, ho accettato i loro consigli ed è nato tutto. The Chosen One è questo: un libro nato in un anno buio come il 2020, un libro che omaggia anni e anni di passione per il genere fantasy e, per ultimo ma non meno importante, la rivincita di tante situazioni personali. Per me è più di un libro, e il giorno in cui tutto questo sarà finito so già che sarà dura da digerire.


3) Come è nato il personaggio principale?

Victoria Legendragon ha molto di me: è testarda, spesso non ascolta il pensiero altrui ed è convinta che le sue scelte (purché siano sue) la portino sulla retta via. Digerisce anche gli errori, purché siano frutto della sua mente. Io sono così. Ma di lei, ho anche il lato buono: tutta questa diffidenza verso gli altri, tutto questo approcciarsi freddo al prossimo… è dovuto a esperienze passate che l’hanno segnata e fortificata. Victoria rappresenta quella fase intermedia della mia vita dove non sapevo se aggrapparmi al ricordo martellante del passato o al futuro che avevo davanti. Io ho scelto di imparare dal male che mi è stato fatto… è così Victoria. È il personaggio più umano della storia proprio perché sbaglia, è impulsiva, ma allo stesso tempo ci rimugina, soffre, sente il peso della responsabilità ma si rimbocca sempre le maniche per portare avanti un destino che non ha scelto. È forte, tanto forte… e tanto indipendente. All’inizio non viene compresa ma poi, andando avanti, è difficile non innamorarsene. È questa sua umanità che l’avvicina al lettore ed è quel suo essere innamorata che rappresenta un po’ tutte noi. Piace tanto ai miei lettori… ed essendo nata da una parte del mio percorso umano, non può che rendermi orgogliosa. È come amare una parte di me.


4) Ci sono autori a cui ti ispiri?

Sicuramente Tolkien, come dicevo in principio. Amo anche George Martin, Thomas Malory (sebbene sia datato mi ha fatto scoprire la leggenda arturiana, il mio fantasy del cuore e la mia passione da oltre diciott’anni), Sarah J. Maas, Leigh Bardugo, Jane Austen, Oscar Wilde, Charles Dickens, Robert Stevenson, J.K. Rowling… e sicuramente molti altri che adesso trascuro. Molti autori fantasy e non sono entrati nella mia vita e molti hanno lasciato il segno a modo loro.


5) Cosa consiglieresti agli aspiranti autori?

Di crederci. Crederci sempre. Nella vita, come nei libri: durante gli anni la vita mi ha messo davanti dure prove e le ho superate anche con i dolori, anche con le perdite e anche con i momenti no. Con Dario, un altro dei miei personaggi chiave della tetralogia, voglio mostrare proprio quest’altra parte di me (anche lui è autobiografico): è dura, nessuno ti serve tutto su un piatto d’argento e davanti a te passeranno anche persone che non hanno fatto la metà dei tuoi sacrifici… ma è la gavetta quella che premia, è l’impegno quello che dura nel tempo. Tutti possiamo imporci degli obiettivi e arrivare a una meta… ma pochi riescono a restare in equilibrio e a godersi il panorama. E una volta che hai in pugno il panorama… è tutto in salita.


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