RECENSIONE: Battle Royale di Koushun Takami, il libro da cui l'autrice di Hunger Games ha preso (troppa) ispirazione

 



Titolo: Battle Royale
Autore: Koushun Takami 
Data di pubblicazione: 1999
Genere: Distopia
Casa Editrice: Mondadori


Trama: Ci troviamo nella repubblica della Grande Asia dell'Est, l'anno è il 1997. Ogni anno, alcune scuole sono selezionate in maniera casuale per aderire al Programma: si tratta di un gioco folle e crudele elaborato dal governo, non si sa esattamente per quale ragione. Ogni classe selezionata viene portata in un territorio isolato e ostile, dove gli studenti ricevono delle armi - anch'esse attribuite in modo casuale - e vengono costretti a uccidersi tra di loro. L'ultima persona che resta in vita vince. E no, non ci si può rifiutare di giocare: nel caso in cui per 24 ore consecutive non dovesse morire nessuno, tutti i partecipanti verrebbero ammazzati tramite un collare esplosivo che indossano dall'inizio del gioco. In questa occasione, tocca alla classe di Shuya Nanahara scendere in campo. Chi riuscirà a salvarsi? Chi riuscirà, soprattutto, a tenere intatta la propria umanità?

La mia opinione: Questo libro mi ha totalmente catturata, ma mi ha fatta anche molto arrabbiare. Come potete dedurre dal titolo di questa recensione, ho delle critiche da muovere e non a Battle Royale. Leggendo la trama, vi sarete accorti dell'incredibile somiglianza con una trilogia ben più famosa: Hunger Games di Suzanne Collins. Ora, qual è il problema? Il problema è che tutti conoscono Hunger Games e in pochi conoscono Battle Royale, che è uscito molti anni prima ed è costruito attorno a un'idea del tutto originale scaturita dalla mente di Takami

Nessuno mi fraintenda: ho amato (e amo) Hunger Games, che continua a essere una delle mie Saghe preferite. Però. Non posso nascondere che la delusione sia tanta. Cosa c'è di nuovo e brillante nella storia della Collins? Le basi derivano tutte da Battle Royale. E, posto anche che la Collins non conoscesse questo libro, che abbia preso ispirazione da altro...in ogni caso, trovo che l'argomento sia sviluppato molto meglio in Battle Royale.

Nel libro di Takami troviamo un intreccio di azione e introspezione davvero efficace, ben bilanciato. E non si tratta solamente di entrare nella mente di Shuya, definibile come protagonista della storia, ma anche in quella di tutti gli altri studenti in gioco. Conosciamo le loro storie e troviamo le motivazioni delle loro azioni. Anche con poche righe, Takami riesce a farci cogliere l'essenza di ognuno. 

Ma ciò che più affascina è la riflessione di ogni personaggio su quello che sta realmente accadendo, sui meccanismi che spingono ognuno a uccidere un'altra persona. Vengono analizzate sensazioni e paure. Si scopre che molti personaggi ne attaccano altri con l'intendo di difendersi, quando in realtà le persone attaccate non avevano alcuna intenzione di fare del male. Il pericolo maggiore è la paura, che distorce la mente e non permette ai ragazzi di ragionare con logica. Tutta questa analisi non emerge in Hunger Games e proprio leggendo Battle Royale mi sono accorta di quanto manchi nei libri della Collins. In Hunger Games - complice la scrittura in prima persona dal punto di vista di Katniss - non c'è alcun approfondimento per quanto riguarda gli altri Tributi. Cosa pensano? Cosa vogliono? Perché compiono determinate azioni? Non lo sappiamo.

Battle Royale, invece, è un libro completo sotto tutti i punti di vista: ambientazione, personaggi, worldbuilding. Nulla è lasciato al caso. Ci si riesce a immergere totalmente nella storia, provando a riflettere su quello che accade, impressionandosi, anche. Certo, restano molte domande poi: perché è nato il Programma? Cosa succederà dopo l'epilogo? Ma nemmeno questa incertezza è casuale. Il libro di Takami deve sollevare domande. 

Per tutte queste ragioni, è stato molto difficile staccarmi dalla lettura. E, una volta terminato il libro, ho quasi avuto l'impulso di rileggerlo daccapo per coglierlo ancor meglio. Di sicuro in futuro una rilettura ci sarà. 

Su Goodreads ho dato 5 stelle su 5.

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