RECENSIONE: L'Enigma della Camera 622 di Joël Dicker







Titolo: L'Enigma della Camera 622
Autore: Joël Dicker
Data di pubblicazione: 2020
Genere: Thriller
Casa Editrice: La Nave di Teseo


TRAMA: Un giovane autore di nome Joël Dicker (vi dice niente?), in seguito a una delusione amorosa decide di staccare dalla vita quotidiana e trascorrere un po' di tempo in tranquillità. La sua meta è l'Hotel Palace de Verbier, in Svizzera. L'autore però non è destinato al riposo perché, spinto da un'altra ospite dell'Hotel, cercherà di svelare il terribile mistero che si cela dietro la stanza 622: un omicidio irrisolto. Chi è l'assassino? Chi è la vittima? Cosa è accaduto quindici anni prima, proprio tra quelle mura?


LA MIA OPINIONE: Iniziamo col dire che ho amato questo libro come ogni libro di Dicker che ho letto. Ormai, lo stile dell'autore si è fatto un grande posto nel mio cuore e mi risulta difficile trovare dei difetti nelle sue opere. Come nei casi precedenti, ho divorato questo libro nonostante la mole di pagine e mi sono sentita risucchiata nella girandola di eventi e misteri.

Naturalmente, non posso spendere troppe parole sulla trama, visto che si tratta di un thriller e non ho alcuna intenzione di togliere il gusto della scoperta e del plot twist a chi non ha ancora letto questo volume. Tuttavia, vi posso garantire che la trama è ben costruita e si dipana su diverse linee temporali che si intrecciano tra loro. Tutti questi salti cronologici contribuiscono a tenere il lettore incollato alle pagine, perché ogni volta che si pensa di essere arrivati a una risposta, ecco che ci si ritrova sbalzati in un altro lasso di tempo e le domande rimangono in sospeso.

La voce narrante in prima persona che segue il punto di vista del protagonista, proprio Joël Dicker, che a tratti ci renderà partecipi delle sue avventure editoriali (entriamo nel territorio della metanarrativa) e del suo rapporto molto stretto con l'editore ormai purtroppo defunto, si alterna a una terza persona che prende il sopravvento quando si tratta di narrare gli eventi passati. Spesso non è facile giocare con le prospettive, ma non spaventatevi: Dicker ci riesce abilmente.

I personaggi sono psicologicamente sviluppati e approfonditi, qualcosa che non si trova facilmente in un thriller. Eppure, questa è proprio la marcia in più dell'autore. Dicker riesce a coinvolgere il lettore costruendo personaggi talmente vividi e credibili da sembrare reali. In particolare, in questo volume è super interessante il ruolo stesso di Joël Dicker che da autore diventa personaggio. Cosa c'è di vero? Cosa c'è di fittizio? Il confine è labile, ma rende il tutto ancor più intrigante

Consiglio questo libro a chiunque voglia staccare dalla realtà e immergersi totalmente in una storia senza esclusione di colpi di scena, a chi vuole scoprire qualcosa di più su Joël Dicker stesso e agli amanti dei thriller che lasciano comunque grande parte all'introspezione psicologica. 

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