RECENSIONE: The Ghost Bride di Yangsze Choo








Titolo: The Ghost Bride - La Sposa Fantasma
Autore: Yangsze Choo
Data di pubblicazione: 2020
Genere: Storico/Fantasy/Giallo
Casa Editrice: Harper Collins

Trama: Malesia, 1893. Li Lan è una giovane ragazza appartenente a una famiglia in decadenza. La madre è morta e il padre si lascia spesso annebbiare dai fumi dell’oppio. L’unico vero sostegno per Li Lan è Amah, bambinaia, badante, tuttofare. Un giorno, il padre comunica alla figlia una proposta davvero singolare da parte di una famiglia molto ricca: un matrimonio fantasma. Cosa vuol dire? Li Lan potrebbe sposare Lim Tian Ching, un morto. Questa unione potrebbe garantire alla ragazza una casa e una posizione di privilegio, ma a che prezzo? L’offerta viene rifiutata, ma uno spirito implacabile è impossibile da domare: Lim Tian Ching inizia a far visita alla ragazza in sogno… si tratta di sogni normali o qualcosa di più? Quanto c’è di reale nell’Oltretomba? Aggiungete Tian Bai, un ragazzo misterioso, una donna esorcista e tante leggende popolari…gli ingredienti ci sono tutti. 

La mia opinione: Questa storia mi ha conquistata fin dalle prime pagine e mi ha trasportata in un mondo tanto reale quanto fantastico. È proprio questo il punto di forza della storia narrata dalla Choo: una miscela interessante e potente di storia e fantasy

La protagonista, Li Lan, è una ragazza in età da matrimonio che per via delle negligenze del padre non ha ancora trovato una sistemazione. La vicenda ci viene narrata proprio dal suo punto di vista, permettendoci di entrare in simbiosi con questa ragazza e i suoi dubbi. Ma attenzione, questo non vuol dire che gli altri personaggi siano meno dettagliati: ognuno di essi è delineato con una serie di caratteristiche ben precise, ognuno di loro ha un ruolo insostituibile all’interno della storia…e ognuno di loro…beh…no…non sono tutti vivi

Il legame tra vita e morte, il confine apparentemente invalicabile da questi due stati dell’essere si rivela più flebile del previsto e il lettore viene proiettato in un mondo in cui spiriti tormentati non hanno ancora raggiunto il punto più profondo dell’aldilà. Ci sono questioni irrisolte che trattengono i morti nel mondo dei vivi, misteri non ancora svelati, gialli da risolvere cercando di mettere ogni tassello al posto giusto.

Giallo, infatti, potrebbe essere una terza etichetta per definire questo libro, oltre a storico e fantasy. L’ibridismo di questo genere consente al lettore di non annoiarsi mai e trovare molti spunti interessanti: abbiamo infatti un ritratto di usi e costumi della Malesia di fine Ottocento, una descrizione della condizione della donna dell’epoca, un saggio utilizzo di usanze, leggende e miti che nel corso della narrazione diventano vividi e reali e tutta l’imprevedibilità di un giallo ben costruito…perché in fondo, come è morto davvero Lim Tian Ching?

Lo stile con cui è narrato tutto questo è molto fluido, ma nello stesso tempo il linguaggio è ricercato e l’utilizzo di termini specifici in lingua originale relativi a cibi, tradizioni, vestiti e usanze rende il tutto più ricco e reale.

Non ho critiche da muovere alla Choo. Il suo è un libro originale, insolito, coinvolgente. Lo consiglio a chiunque voglia leggere qualcosa di un po’ diverso, a chiunque sia affascinato dall’aldilà e a chi vuole viaggiare lontano nel tempo e nello spazio.

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