Combattere i Dissennatori nella Vita Quotidiana


«I Dissennatori sono le creature più disgustose della terra. Infestano i luoghi più cupi e sporchi, esultano nella decadenza e nella disperazione, svuotano di pace, speranza e felicità l'aria che li circonda. Perfino i Babbani avvertono la loro presenza, anche se non li vedono. Se ti avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel ricordo ti verrà succhiato via. Se appena può, il Dissennatore si nutrirà di te abbastanza a lungo da farti diventare simile a lui... malvagio e senz'anima. Non ti rimarranno altro che le peggiori esperienze della tua vita. E le cose peggiori che sono successe a te, Harry, bastano a far precipitare chiunque da un manico di scopa. Non hai niente di cui vergognarti».
(Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, capitolo 10.)

Siamo sicuri che Dissennatori siano soltanto l'invenzione della magica penna di J.K. Rowling? Possiamo essere certi di non avere a che fare con loro nella nostra esperienza quotidiana? Io risponderei negativamente ad entrambe le domande. I Dissennatori non sono poi così lontani da noi. 
Vi è mai successo di trovarvi in un momento in cui ogni bel ricordo sembra essere insignificante di fronte alla tristezza? Avete mai sperimentato attimi di disperazione in cui tutto appare nero, scuro, privo di ogni senso? Ci si guarda attorno e si vede soltanto il male. Si cerca una via d'uscita e si va a sbattere contro un vicolo cieco. 
Nella vita di tutti i giorni ci sono Dissennatori di ogni tipo: quelli più lievi, il cui effetto svanisce dopo poco tempo, che portano a scoraggiamenti e attimi di pessimismo; quelli più infidi e malvagi, emblemi della depressione. 
Dissennatore è qualsiasi condizione in cui ci si sente impotenti contro le intemperie della vita, è qualsiasi sensazione di inadeguatezza, rabbia, tristezza, dolore, terrore. E come dice il professor Lupin a Harry, non c'è niente di cui vergognarsi se un Dissennatore ha più effetto di te che su altre persone. Non tutti hanno lo stesso bagaglio di sofferenze. 
È perfettamente legittimo stare male, non è segno di debolezza provare sconforto o dolore.
«Ma lei è riuscito a mandar via quel Dissennatore sul treno» disse Harry all'improvviso. (Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, capitolo 10.)
Quando si è vittime di un Dissennatore, in un primo momento si pensa che non esista via di scampo. Poi però ci si imbatte nell'esempio di qualcuno che è riuscito nell'intento. E allora ci si chiede, come si può vincere contro queste creature terrificanti?
Il professor Lupin riprese: «Il Patronus è una forza positiva, una proiezione delle cose di cui si alimenta il Dissennatore: la speranza, la felicità, il desiderio di sopravvivere. Ma non può provare la disperazione come i veri esseri umani, quindi i Dissennatori non sono in grado di fargli del male. Devo però avvertirti, Harry, che l'incantesimo potrebbe essere troppo avanzato per te. Molti maghi qualificati incontrano serie difficoltà. (Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, capitolo 10.)

La soluzione è ricorrere a un Patronus. Le parole del professor Lupin possono quasi esser lasciate pari pari anche per quanto riguarda i Patronus "veri". Bisogna trovare un ricordo forte, intenso e, soprattutto, positivo. Aggrapparcisi con tutte le proprie forze e scagliarlo contro il Dissennatore. All'inizio si avranno difficoltà. Non è facile sconfiggere un Dissennatore. Ma con un po' di pratica ce la si può fare. Tutti possono evocare un Patronus. E ogni Patronus è diverso. Perché? Perché ognuno abbatte gli ostacoli in maniera differente.
Ma come si fa quando il Dissennatore è talmente forte da far credere che non esista modo di sconfiggerlo? Come si fa quando il Dissennatore sta già dando il suo bacio?
«Lo chiamano il Bacio del Dissennatore» disse Lupin con un sorriso un po' obliquo. «È quello che fanno i Dissennatori quando vogliono distruggere completamente qualcuno. Immagino che ci siano delle fauci lì sotto, perché le stringono sulla bocca della vittima e... le succhiano l'anima». (Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, capitolo 10.)

La risposta ce la fornisce nientemeno che Albus Silente:
"La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda... di accendere la luce. "
Come accendere questa fantomatica luce? Ognuno troverà il suo modo. Aprire le pagine di un libro che fa sentire a casa, regalarsi un pomeriggio immersi in un film, confidarsi con un amico, cantare a squarciagola le parole della propria canzone preferita...ci sono più di 394 modi per accendere la luce, sicuramente!
Si impugna il coraggio, ci si fa forza, e si urla a pieni polmoni un Expecto Patronum al Dissennatore che ci sta innanzi!

Si impugna il coraggio, ci si fa forza, e si urla a pieni polmoni un Expecto Patronum al Dissennatore che ci sta innanzi!       

Commenti