La Regola del Lupo di Franco Vanni: un mistero tra Bellagio e Milano.


Lo sguardo ipnotico di un animale spicca tra il nero della copertina: è lo sguardo di un lupo. 
Un libro che cattura a prima vista, ma di cosa si tratta?
Sto parlando di La Regola del Lupo, il nuovo giallo firmato Franco Vanni, edito da Baldini + Castoldi.
L'11 marzo 2019 ho avuto la possibilità di assistere a un dialogo tra l'autore e Luca Crovi nell'affascinante setting  della libreria Feltrinelli di Piazza Duomo, Milano.
Ecco quello che ho scoperto durante la presentazione!

...E no, non farò spoiler!

Filippo Corti viene trovato morto su una barca a vela. Siamo a Pescallo. Lui è di Milano.
Tre le altre persone sulla barca: vecchi amici. Ma davvero così amici?
Il giornalista Steno Molteni comincia a occuparsi del caso. In parallelo le indagini del maresciallo Cinà.
Cos'è successo davvero?






La nuova indagine del giornalista Steno Molteni, già protagonista de Il Caso Kellan, si snoda tra due scenari: Pescallo (Bellagio) e Milano.
Sono stata immediatamente catturata da questa scelta perché Milano è la città in cui studio e che sento come una seconda casa. Con Bellagio di per sé non ho alcun legame, ma non abito troppo lontana da lì, quindi ho comunque sentito subito una sorta di collegamento.
Ma cos'hanno a che fare questi due luoghi, invece, con l'autore?
Franco Vanni ha rivelato che inizialmente aveva pensato di ambientare l'intero libro a Bellagio, a bordo della barca a vela, il luogo del delitto (non è uno spoiler, lo verrete a sapere nelle primissime pagine!). Eppure...Milano mancava. L'autore si è definito quasi "troppo milanese" per poter lasciare da parte la sua città.
E così l'origine di questo doppio scenario che a sua volta ha posto a Vanni una doppia sfida: raccontare di un posto che conosceva molto bene e raccontare di un posto che non conosceva per nulla.
Il risultato? Quando ho letto il libro ho avuto l'impressione che Vanni conoscesse la zona di Bellagio come le proprie tasche, sono rimasta stupita nello scoprire che non fosse così.

Ma di che tipo di giallo si tratta? Quali sono stati i modelli che l'autore aveva in mente nel momento della stesura?
Molto interessante il discorso dell'autore che ha tirato in ballo Agatha Christie, in particolare Dieci Piccoli Indiani (qui ha proprio gettato una canna da pesca verso la mia curiosità e la mia curiosità ha abboccato dritta e filata perché sono impazzita a leggere il best seller della Christie!): in questo libro della nota autrice inglese, così come in molti gialli della letteratura inglese, ci sono delle varianti ricorrenti, la prima è quella di un luogo tranquillissimo come punto di partenza.
E quale luogo più tranquillo poteva esserci che quello di una barca a vela, sul lago di Como, a Pescallo?
Un omicidio in una zona del genere?
Non vi viene subito voglia di correre a prendere il libro e scoprire com'è successo?

Un'altra variante del giallo inglese è quella di far coesistere diverse classi sociali. Qui l'autore ha citato anche la nota serie televisiva Downton Abbey, dove tutto ciò è molto evidente. E ne La Regola del Lupo la vittima non è altro che un uomo figlio di una portinaia: fin da piccolo, Filippo Corti viene soprannominato il "Filippino" con chiaro riferimento al suo nome e alla sua estrazione sociale.
La madre di Filippo lavora presso i Castiglioni e loro accolgono Filippo quasi come uno di famiglia...e in quel quasi ci sta un mondo, ha sottolineato Vanni.

Non posso raccontarvi cosa veniamo a sapere di Filippo Corti, ma posso accennarvi a come lo veniamo a sapere. L'autore ricorre a mezzi narrativi diversi, il focus si sposta tra vari personaggi, tra vari scenari. Ma una cosa è certa: Filippo non parla mai. Non sentiamo una parola proferita da lui. La sua immagine ci viene regalata dalle parole degli altri. Emergono luci e ombre nella ormai passata vita di questo personaggio, un personaggio che l'autore ha definito come uno dei suoi preferiti, probabilmente il suo preferito in assoluto in questo momento.



Un altro personaggio rilevante è ovviamente Steno Molteni, che è un giornalista proprio come Franco Vanni. Steno lavora per La Notte, un settimanale vecchia scuola. Essendo del mestiere, Vanni riesce a raccontare tutte le procedure del lavoro in modo dettagliato e affascinante.
Steno non è un giornalista supereroe, ma un personaggio molto realistico...che a volte scivola anche in situazioni imbarazzanti che vi faranno spuntare un sorriso.

...ma perché La Regola del Lupo come titolo? Questo lo scoprirete leggendo, ma è un interrogativo che mi permette di introdurre un'altra tematica importante: quella degli animali.
Franco Vanni ha rivelato che la sua attenzione per il mondo animale è merito del suo figlioletto, che attorno all'età di un anno aveva un obiettivo ben preciso: vedere più cani possibili quando usciva di casa. E dai cani, Vanni è passato ai lupi, interessandosi al loro mondo e studiando il più possibile sull'argomento.
Interessante è il fatto che gli unici elementi che costituiscono uno scarto con la realtà in un libro che per il resto è assolutamente realistico sono proprio gli animali. Quando ci sono loro in scena, succedono cose strane. Ma non si devia eccessivamente dalla realtà, perché degli animali sappiamo ancora ben poco.

Vi racconterei anche del maresciallo Cinà, che ha una parte davvero rilevante nella narrazione. Vi direi del Giorno del Cane, che vi terrà con gli occhi incollati alle righe. Vi parlerei del cardellino. Vi svelerei del padre di Filippo...ma per questo c'è il libro!

Mi ritengo completamente soddisfatta dalla lettura di questo giallo e lo consiglio a chiunque ami i personaggi approfonditi psicologicamente, i flashback e i flashforward, le indagini, i misteri, l'ironia e gli animali.

Insomma...è un libro perfetto per tutti!
Buona lettura!





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